Malasanità? No, tutt’altro!
Preg.mo Dott. Bellasi Luca,
chi scrive è Andrea Moretti e ci legge in copia mia moglie, Gabriella xxx.
Ritengo sia necessario metterLa a conoscenza di un episodio occorso a me ed a mia moglie in occasione di una visita medica di quest’ultima presso il Pronto Soccorso Cardiologico all’Ospedale S. Luca. In data 25 agosto 2008, dopo un paio di giorni di sintomi abbastanza preoccupanti (senso di oppressione al torace, dolore al braccio sinistro, ansia e batticuore), convinco mia moglie a recarsi in ospedale e la nostra scelta è caduta proprio sul S. Luca, in quanto consigliato da amici e, fatalità, il più vicino a noi.
Arriviamo alle 16:00 e seguendo le ben chiare indicazioni ci accomodiamo nella sala d’attesa del Pronto Soccorso Cardiologico, al primo piano. Nessun avviso, nessun gestore automatico delle code. Ci sediamo, semplicemente, ed aspettiamo il nostro turno. Dopo pochi minuti fanno entrare un paziente già presente al nostro arrivo che ha risposto all’appello “chi deve farsi visitare al pronto soccorso?”. La visita di questa paziente dura oltre un’ora.
Peccato che il paziente successivo, invece di mia moglie, sia stata una signora arrivata un’ora dopo di noi. In una sala d’attesa di un Pronto Soccorso Cardiologico credo si debbano evitare situazioni di stress gratuite come, ad esempio, code non rispettate, più che in qualsiasi altro ospedale. Non crede?
Passa un’altra ora. Mia moglie allora chiede all’infermiera che aveva fatto entrare la paziente “precedente”, con testuali parole: “scusi, mi può visitare. Sono oltre due ore che aspetto e mi sono anche passati davanti. Come funziona la coda in questo pronto soccorso? Io non mi sento bene…”
Bene, l’infermiera ha risposto con una serie di frasi sprezzanti, saccenti, offensive:
– doveva suonare il campanello, c’è scritto
– se andate in un altro ospedale aspettate anche di più
– adesso abbiamo un’altra visita, poi la chiamiamo
Mia moglie ha avuto una crisi di nervi ed ho dovuto tenerla a forza sulle scale in quanto voleva andarsene via, lacrime agli occhi. Sempre sulle scale è nata una discussione animata fra me e tale infermiera, calmata solo dall’intervento di una Dottoressa. Faccio presente che non c’è nessun cartello con scritto “suonare”, tranne all’ingresso dell’unità coronarica. Ho scattato delle foto a riprova di ciò. E faccio altrettanto presente che né io né mia moglie siamo due stupidi, contrariamente a quanto il tono usato dall’infermiera dava ad intendere. Dopo qualche minuto mia moglie è stata finalmente accolta in sala visite.
A questo punto io mi chiedo quale valore possano avere degli esami compiuti dopo una simile arrabbiatura: i risultati non saranno falsati? Comunque, la visita dura quasi un’ora e mezza, durante la quale la solita infermiera è entrata ed uscita più volte dalla stanza dove era mia moglie, spalancandola ogni volta e lasciandola sempre socchiusa, più o meno ampiamente, senza mai, ripeto mai, chiuderla completamente (in compenso l’ho chiusa io tre volte). In due distinte occasioni, passeggiando nervosamente lungo il corridoio, ho visto mia moglie a seno nudo distesa sul lettino. Non ero l’unico che passava in quel corridoio!
Al termine della visita e del successivo colloquio con la Dott.ssa, mia moglie è uscita molto soddisfatta del trattamento sanitario ricevuto, con la chiara sensazione di essere stata visitata da medici competenti e cortesi. Anche la diagnosi era molto tranquillizzante, sebbene incompleta: la Dott.ssa ha raccomandato a mia moglie delle visite e degli esami successivi, consigliando di effettuarle presso lo stesso Ospedale S. Luca. Non credo seguiremo il consiglio; credo, invece, che mia moglie si meriti delle scuse da parte della Struttura che Lei dirige per il comportamento villano e poco professionale di tale infermiera.
Distinti Saluti
Andrea Moretti
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Bene, questa mail è stata inviata il 25/08/08. Il 27/08/08 mi informavano di aver aperto un’inchiesta interna ed il 11/09/08 ricevo la seguente risposta per email.
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![](https://andreamoretti.com/wp-content/uploads/2025/01/95-Ecco-come-credo-si-debba-gestire-un-errore-.png)
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Credo proprio che accetterò le scuse, alle quali rispondo con seri complimenti per come hanno gestito tutta la questione.
Gabriella, preparati!